Esami
Dopo la visita, è il momento degli esami che spesso comprendono – se il sospetto ricade su una malattia respiratoria – la spirometria e la radiografia del torace (4).
La spirometria consiste nella misurazione del respiro tramite uno strumento chiamato spirometro. Si tratta di un esame non invasivo, che è però fondamentale per una corretta diagnosi della causa della dispnea. Con l'aiuto del personale medico, il paziente deve compiere alcune manovre respiratorie mentre è collegato con la bocca al boccaglio dello spirometro. Lo strumento misura ed elabora con grafici i valori dei volumi e dei flussi dell'aria ispirata e/o espirata. Da questi dati è possibile valutare il grado di pervietà (apertura) dei bronchi e definire meglio la diagnosi di determinate condizioni cliniche, come l'asma bronchiale e la bronco-pneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).4
Il risultato della spirometria è sintetizzato in una delle quattro possibili diagnosi: quadro normale, ostruttivo, restrittivo e misto (ostruttivo e restrittivo). Ciascun quadro patologico viene abitualmente classificato come lieve, moderato, grave o molto grave.
Nel corso della spirometria, si aggiunge solitamente il test di bronco-provocazione e/o il test bronco-dinamico. Il primo consiste nel "provocare" i bronchi facendo inalare al soggetto dosi crescenti di una sostanza, come la metacolina, che nella persona normale determina solo una lieve costrizione dei bronchi, mentre nel soggetto "iper-reattivo" provoca una costrizione "esagerata", svelando quindi una situazione di asma latente. Il secondo esame consiste invece nel verificare la reversibilità di una eventuale costrizione dei bronchi, somministrando un farmaco broncodilatatore per via inalatoria. L'asma presenta solitamente una maggiore reversibilità rispetto alla BPCO.(4,5)
Storia del disturbo
(anamnesi)
Se sospetto di malattia
respiratoria
Il percorso che deve compiere la persona che avverte il sintomo della dispnea è quindi molto semplice e chiaro. Con pochi passaggi è possibile inquadrare correttamente la diagnosi, impostare la terapia e monitorare i risultati. Perché ciò avvenga è però indispensabile la collaborazione del paziente stesso, che deve aderire con fiducia alle indicazioni del medico e condividere con lui ogni eventuale dubbio o difficoltà. (4,5)